.. Ah, femmina imprudente! ah, testolina sventata! Tutta la colpa è tua... Aspetta, che t'insegno io... Tò, piglia questo, piglia quest'altro...
Così dicendo, Iagnasarma dà di piglio alla mazza, la brandisce in alto e mena con tutte le forze contro le pentole di creta contenenti il burro, il latte e la farina... Addio provviste! Il balordo ha distrutto in un momento tutto il bell'edificio dei suoi progetti, e non gli resta che da lamentarsi della propria sbadataggine... Afflitto, mortificato, se ne torna a casa più povero di prima.
Impara da questo esempio, - conchiuse la moglie di Devasarma, - che prima di far castelli in aria, bisogna pensare e provvedere ai bisogni del momento, e non già caricarsi di un fardello che non si sarà poi destinati a reggere sulle spalle.
Devasarma, rientrato in sè, decise di far buon pro della morale insegnata dalla moglie e riconobbe che infatti tutto ciò che nel mondo ci accade è semplicemente opera del destino.
Arrivò intanto per la moglie del Bramino il termine della gravidanza. Ella diè alla luce un bel maschiotto, il quale nacque sotto una buona costellazione, sicchè tutti gli augurii gli furono favorevoli. All'undecimo giorno dopo il parto, la madre uscì di casa per andarsi a bagnare nelle acque del fiume vicino. Uscendo raccomandò al marito di tener d'occhio il bimbo, che non gli avesse a capitare qualche disgrazia.
Non era passato molto tempo della partenza di lei e Devasarma venne a sapere che il Re d'un vicino paese aveva invitato tutti i Bramini dei dintorni per distribuire loro delle elemosine.
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