Arrivò intanto il Bramino di ritorno, e suo primo pensiero fu di correre alla camera dove avea lasciato il figlio, per assicurarsi che nessun accidente gli era incolto durante la sua assenza.
Udì l'icneumone e riconobbe il passo del padrone; e senza aspettar più che tanto, gli corre incontro con grandi manifestazioni di allegrezza, saltanto, gridando, rotolandosi per terra, facendo ogni sorta di pazzie.
Era ancora tutto intriso di sangue, per effetto della lotta corpo a corpo sostenuta col serpente. Il Bramino, alla vista di quel sangue, subito si figura che l'icneumone ha ucciso il povero bimbo. Quel sangue non può essere che della sua creatura adorata!... sotto il colpo tremendo di questa prima impressione, senza guardar meglio e più addentro, il padre esasperato dà di piglio ad un massiccio pestello che gli capita sotto la mano e con due botte violenti ammazza in men che non si dica il disgraziato icneumone, che così buona guardia avea fatto.
Ma qual fu il suo dolore, quale la sua disperazione, quando varcata la soglia della camera da letto, trovò il bambino soavemente assopito, e tutto intorno alla culla vide gli avanzi del rettile mostruoso, che l'icneumone fedele avea dilaniato! Riconobbe pur troppo, benchè troppo tardi, la funesta conseguenza della sua avventatezza, e non potè non confessare che la vita del figliuoletto adorato ei la doveva appunto a quel medesimo icneumone così barbaramente trucidato.
Mentre così gemeva e piangeva sul delitto testè consumato, tornò di fuori la moglie, che si era detersa nelle limpide acque del fiume.
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Bramino Bramino
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