CONCLUSIONE
Quando Viscnù-Sarma ebbe posto termine alla serie dei suoi racconti, i tre discepoli si sentirono di botto trasformati. Istruiti oramai, giudiziosi, educati, non era più possibile riconoscerli per quei principi scapati, ignoranti, grossolani, che un tempo erano stati oggetto del pubblico disprezzo. Compresero allora l'importanza del servigio che il precettore avea loro reso, riformandone la mente ed i modi e facendoli degni di occupare l’altissimo grado cui il destino li chiamava, e con la più calda effusione gli attestarono la imperitura riconoscenza.
Dal canto suo, Viscnù-Sarma, orgoglioso del buon successo delle sue cure, abbracciò teneramente i tre allievi e a lungo li tenne stretti al seno, versando abbondanti lagrime di gioia.
Sfogata così la prima commozione, egli menò i tre giovani principi al cospetto dei Re loro padre. Questi non capiva in sè dall'allegrezza, vedendo la completa trasformazione operatasi nell'animo e nelle maniere dei suoi figli. Ammirò, senza mai stancarsi, la intelligenza, il sano giudizio, la prontezza di spirito che in essi si manifestavano, e colmò di elogi Viscnù-Sarma, cui era debitore di così importante servigio.
Volendo in seguito onorare degnamente il saggio precettore, convocò un'assemblea plenaria di tutti gli illustri Bramini del regno, e quando gli ebbe tutti raccolti, introdusse in mezzo all'alto consesso i tre principi, e mostrò coi fatti il valore dell'opera compiuta dal saggio Viscnú-Sarma.
Tutti i Bramini, dal primo all'ultimo, che aveano in principio disperato di dare ai principi una qualunque educazione e che aveano perfino biasimato il loro confratello per essersi accollato la difficile impresa, furono sorpresi e mortificati alla vista del miracolo compiuto, e non potettero fare a meno di ammirare la sapienza e l'abilità dell'educatore.
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