Vittorio Emanuele, legato colle potenze estere nella promessa di non concedere costituzione, anzichè darla spergiurando, abdicò nulla concedendo. Ma la concesse Carlo Alberto, nominato reggente; annullandola poi tosto Carlo Felice, successo nel regno a Vittorio Emanuele. Carlo Alberto fu allontanato allora e spedito in Spagna a combattervi la trionfante insurrezione.
Pel Lombardo-Veneto nel 1821 siedette una commissione terribile in Venezia, incaricata di redigere i processi de' Carbonari che avevano agitate le provincie lombarde e venete. La commissione era presieduta dal conte Guglielmo Gardani, ed aveva per membri Salvotti e Tosetti; segretario n'era De Rosmini. A Milano arrestavasi, a Venezia si procedeva. Fra i primi arrestati vi furono Castilia, Palavicini e Confalonieri: a Venezia fra i prigionieri vi furon da principio condotti anche Silvio Pellico, Pietro Maroncelli, Canova, il professor Rossi. Con sentenza 29 agosto 1821 di quella Commissione si condannava a morte Antonio Solera, D. Felice Foresti, Costantino Munari, Antonio Villa, Giovanni Bachiega, Marco Fortini (sacerdote), conte Antonio Oroboni della Fratta, marchese G. B. Canonici, Giuseppe Delfini, Pietro Rinaldi, Francesco Cechetti, Giovanni Monti e Vincenzo Caravieri, quali rei di delitto d'alto tradimento.
Nel 27 aprile 1831 salì al trono di Piemonte re Carlo Alberto, ridestando le speranze di coloro che aspiravano al riscatto delle italiane provincie dal servaggio. Ma la memoria de' passati disinganni, l'esagerato sentimento religioso e un carattere irresoluto lo trattennero dall'aderire a' fini de' rivoluzionarii.
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