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      L'adunanza avrà luogo il più tardi il 3 del prossimo venturo mese di luglio.
      M. HARTLI. R. Ispettore al telegrafo.
     
      Milano, il 18 marzo 1848.
     
      Il Vicepresidente
      CONTE O'DONELL.
     
      I Milanesi non prestaron fede però alle puniche promesse di un governo che aveva sempre mancato alla fede data al popolo; e d'altra parte la concessione non corrispondeva alle aspirazioni del paese all'indipendenza dallo straniero.
      Contrapposto all'avviso governativo vedevansi affisse sui muri della città e diffuse pei negozii le seguenti:
     
      DOMANDE DEGLI ITALIANI DELLA LOMBARDIA.
     
      Proclamiamo unanimi e pacifici, ma con irresistibile volere, che il nostro paese intende di essere italiano, e che si sente maturo a libere instituzioni.
      Chiediamo offrendo pace e fratellanza, ma non temendo la guerra:
      1° Abolizione della vecchia Polizia, e nomina di una nuova, soggetta alla Municipalità;
      2° Abolizione della legge di sangue ed instantanea liberazione dei detenuti politici;
      3° Reggenza provvisoria del regno;
      4° Libertà della stampa;
      5° Riunione dei Consigli comunali e dei Convocati, perchè eleggano deputati all'assemblea Nazionale, da convocarsi in breve termine.
      6. Guardia civica sotto gli ordini della municipalità;
      7. Neutralità e sussistenza guarentita alle truppe austriache.
      Alle ore 3 trovarsi alla Corsia de' Servi.
     
      ORDINE E FERMEZZA.
     
      Milano 18 marzo 1848
      .
     
      Gli animi eransi esaltati allo scoppio di avvenimenti risoluti e decisivi: - l'agitazione era in ogni petto: - grande la concitazione: - l'ardimento era spartano. Trepidando nell'aspettazione delle ore 3, e l'impazienza dell'animo riversandosi dall'occhi, dalle labbra dal tremito delle membra e dallo stesso respiro, ognuno era sceso per le vie in attesa di quell'ora; talchè verso mezzodì le strade eran tutte gremite di masse popolari, desiose d'azione più che di aspettativa, e, cominciando una voce a parlar di armamenti, divenne voce di tutte quelle masse, le quali risolsero di muoversi verso il palazzo municipale al grido di: Armateci!


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Storia delle cinque gloriose giornate di Milano nel 1848
Antonio Vismara
di Editore Pagnoni Milano
1873
pagine 141

   





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