Altra vittima di quel fatto fu Antonio Boselli, ch'era accorso alla difesa del palazzo civico. In mezzo al trambusto di quegli istanti che precedettero l'assalto dei croati, fu udito gridare: Alle finestre! Alle finestre! Fu quindi osservato affacciarsi egli ad una finestra, mettervi fuori la canna di un fucile, aggiustarne la direzione sul nemico ed esploderlo; ed, esploso, ricaricarlo e per più volte esploderlo sui soldati. Ansioso di combatterli più da vicino, abbandonò la finestra e scese in strada: vi uscì coraggioso coll'arme in pugno, nè lasciò raffreddarsi la canna del fucile; ma non per molto, che un croato gli fu sopra e lo ferì d'un colpo di bajonetta presso all'inguine. Ferito, cercò riparo dietro una barricata; ma poco dopo due colpi di moschetto lo colpirono e lo ferirono nuovamente. Ferito com'era, tentò trascinarsi sino alla sua abitazione, situata nella contrada de' Clerici, e riuscì a condurvisi. Addolorò sino alla mattina di lunedì e spirò confortato dalla moglie e da due sue bambine.
Al Broletto si conobbe allora esser venuto il momento di una resistenza disperata: - e tutti furon pronti a sostenerla.
Riteniamo molto proficuo di dare la descrizione della difesa e dell'assalto del Broletto colle parole stesse di uno che vi si trovava dentro; il bravo medico Luca Cozzi.
Deliberata la resistenza, senza che il municipio più se ne ingerisse, si attese prestamente a preparare la pugna. Chiuse le porte, ammucchiati davanti ad esse i sacchi delle granaglie che, come in luogo di mercato, ivi si trovavano; barricate le porte stesse, per maggior sicurezza, e chiuso anche lo sportello.
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