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      A scongiurare questo pericolo, Carlo Cattaneo sollecitava gli amici durante quella notte a trasferire in luogo più sicuro il quartier generale; per la ragione che quel luogo, essendo posto in mezzo a due strade, correva pericolo d'essere facilmente assalito e facilmente preso insieme a tutti quelli che vi si trovavano.
      Gli amici di Cattaneo, che vegliavano avanti la casa Vidiserti, rispondevano che avrebbero combattuto sino all'ultimo istante e avrebbero ceduta a caro prezzo la vita. Ed essi eran uomini capaci di compiere quanto promettevano; ma ciò poteva loro ascriversi a colpa, per la ragione che l'ardimento irriflessivo può compromettere una rivoluzione; talchè la loro audacia assumeva un carattere delittuoso come quella del soldato che, comandato di una mossa, non obbedisce per lanciarsi contro il nemico ad incontrarvi morte, e compromette così coll'imprudente condotta l'esito di una fazione campale. Cattaneo insisteva nelle sue idee, e cercava dimostrare che il loro dovere di cittadini e di patrioti non era quello di sacrificare insanamente la vita, ma di procurare con tutti i mezzi possibili che la vittoria rimanesse agli insorti.
      Tutta la notte si discusse, e soltanto presso al mattino il consiglio di Cattaneo prevalse.
      Cernuschi si adoperò allora al trasferimento del quartier generale in casa Taverna, situata nella contrada de' Bigli; la qual via si presentava più adatta a difesa perchè stretta, tortuosa, più facile a barrare in qualunque punto, e col giardino confinante con altri, pel quale era più facile operare una ritirata in caso di bisogno, e trasferire altrove il quartier generale prima che fosse accerchiato.


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Storia delle cinque gloriose giornate di Milano nel 1848
Antonio Vismara
di Editore Pagnoni Milano
1873
pagine 141

   





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