Ne sta in pugno, e morte dà.
Guerra! Guerra! non s'ottieneSenza sangue libertà.
Alla legge inesorataFa risposta la Crociata;
Fan risposta al truce edittoFermo core, braccio invitto,
Ed acciaro che non erra:
Guerra! Guerra!
3.
Non ci attristi più lo sguardoL'abborrito giallo e nero;
Sorga l'italo stendardoE sgomenti gli oppressor.
Sorga, sorga e splenda alteroIl vessillo tricolor.
Lieta insegna, insegna nostraSventolante a noi ti mostra;
Il cammino tu ci addita,
Noi daremo sangue e vitaPer francar la patria terra:
Guerra! Guerra!
4.
È la guerra il nostro scampo;
Da lei gloria avremo e regno:
Della spada il fiero lampoDesti in noi l'antico ardir.
È d'Italia figlio indegnoChi non sa per lei morir.
Chi fra l'Alpi e il Faro è natoL'armi impugni e sia soldato;
Varchi il mare, passi il monte,
Più non levi al ciel la fronteChi un acciaro non afferra:
Guerra! Guerra!
5.
Dal palagio al tetto umile,
Tutto, tutto il bel paeseGuerra eccheggi, e morte al vile
Che tant'anni ci calcò.
Guerra suonino le chieseChe il ribaldo profanò,
Vecchi infermi, donne imbelli,
Dei belligeri fratelliSecondate il caldo affetto;
Guerra! Guerra! In ogni pettoChe di vita un'aura serra,
Guerra! Guerra!
IL 19 MARZO
La notte del 18 era stata piovosa; - l'alba del 19 portava il sereno: pareva che il cielo che aveva pianto alle terribili prove d'un popolo inerme, sorridesse di poi al successo che l'audacia, la perseveranza, i sacrifizii d'ogni genere non lascian mancare agli uomini forti.
Appena giorno le campane rintronarono per l'aere col lor cupo suono a stormo, e generale si diffuse per Milano il grido di: All'Armi!
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