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      Ed all'armi non manc̣ alcuno: - le fatiche, i disagi, le sevizie del Tedesco non avevano fiaccato animo alcuno: - tutti accorrevano sulle barricate nello stesso modo che nei corrotti momenti della pace accorrevano ai teatri, ai veglioni, alle feste! Grida di gioja si diffondevano: la gajezza era sui visi; la fermezza negli sguardi! Non tarḍ l'armonia del cannone a rispondere colla terribile sua voce alle canzoni patriottiche che si canterellavano preparandosi alla vittoria od alla morte: - ma il suo rombo percosse le orecchie, ma non scese punto al cuore a raffreddarvi l'ardore.
      Frattanto il generale Rivaira, comandante dei gendarmi, veduto il Decreto d'O' Donell che affidava al municipio la gestione della polizia, manḍ ad offrire al podestà i trecento gendarmi ch'erano in Milano. Quel reggimento unico di tal milizia nell'impero e riservato alla Lombardia e al Tirolo italico, nota Cattaneo, era assai rispettato dai popoli, e poteva inoltre fornire officiali. Ma il podestà che voleva mutare il governo senza disobbedirgli, voleva chiedere al Torresani, capo della polizia austriaca, colla seguente lettera, il permesso d'accettare l'offerta. E coś se ne rimetteva a quella polizia medesima ch'era incaricato di scacciare e di surrogare. Certo che quel Casati avrebbe fatto volentieri una ribellione colla licenza dell'imperatore! Ajutanti di campo in questa manovra furono il conte Cesare Giulini e don Alessandro Porro. Non vi fu modo di persuadere Casati a desistere dalla sua accettazione condizionata.


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Storia delle cinque gloriose giornate di Milano nel 1848
Antonio Vismara
di Editore Pagnoni Milano
1873
pagine 141

   





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