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      A repubblica reggevasi soltanto Venezia in Italia; ma neppur questo fatto si conosceva in que' dì a Milano.
      A temperamento migliore delle diverse opinioni, essendo allor tempo d'azione più che di discussione, si deliberò di costituire un governo provvisorio. "Intorno a ciò, scrive Cattaneo, io dissi che, se in siffatto governo dovevano aver parte quei medesimi cortigiani, sarebbero stati di grave impaccio durante il combattimento; e se non vi aveano parte, l'avrebbero tosto discreditato e atterrato, valendosi della momentanea allucinazione del popolo e dei soldati del re di Sardegna. Non trattavasi d'altro per il momento che di combattere; bastava adunque fare un Consiglio di Guerra, di pochi e deliberati, e solo per dare unità alla difesa e cacciare il nemico. Il quale incarico, come quello che offriva solo pericoli, non sarebbe ambito gran chè da quei ciambellani. Accolto questo avviso, si cominciò a scrivere i nomi dei presenti, per procedere ad una qualche forma di elezione. Ma molti altri ad ogni momento entravano, in cerca d'armi, di munizioni e d'indirizzo; e in quell'onda di gente sempre rinnovata, era mestieri ripetere da capo ragionamento e spiegazioni, a cui nel caldo di quei momenti poco badavano. Frattanto si faceva notte; e Casati era sparito. - Cernuschi, ne andò in traccia e lo ricondusse(29)". - Casati, scrisse Cernuschi, col favore delle tenebre, nei cinque giorni si sottrae alla vigilanza degli armati che, credendolo capace d'una fuga, facevano sentinella al suo onore(30).


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Storia delle cinque gloriose giornate di Milano nel 1848
Antonio Vismara
di Editore Pagnoni Milano
1873
pagine 141

   





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