Signori!
Accuso la ricevuta del dispaccio dei signori Consoli d'Inghilterra, di Francia, di Sardegna, del Belgio e della Svizzera, nella quale manifestano il desiderio di non vedermi prendere misure che non potrebbero mancare di tornar funeste per la cittą di Milano, e per le quali dimanderebbero almeno una dilazione che permettesse loro di provvedere alla sicurezza dei loro compatrioti. Il governo di S. M. l'Imperatore e le truppe sotto il mio comando sono state attaccate all'improvviso, in un modo contrario ad ogni diritto delle genti, senza che queste avessero fatta alcuna provocazione.
Si cominciņ a saccheggiare il Palazzo di Governo, a sorprendere parte della debole guardia che vi era posta, per assicurarsi della persona del capo di Governo, esigere da lui delle concessioni che non era in suo potere di firmare e che non appartengono che al Sovrano.
Concepirete da ciņ, Signori, che da uomo d'onore e da soldato, non potrņ mai compromettere nč l'uno nč l'altro, come obbliga il mio dovere verso l'Imperatore.
Sta in Voi, Signori, se avete influenza sui capi del movimento rivoluzionario, se potete deciderli ad astenersi da ogni atto ostile; perchč per tutto quel tempo che sarņ attaccato, che i miei soldati saranno uccisi sotto i miei occhi, mi difenderņ col coraggio che loro inspira il modo con cui furono assaliti, e a me il sentimento dell'odiosa sorpresa di cui si sono serviti verso di loro.
Ad ogni effetto, per rispetto al Governo di cui siete l'organo, sospenderņ le misure severe che io mi credo obbligato di prendere contro Milano sino all'indomani giorno 21, a patto che(33) ogni ostilitą abbia a cessare dalla parte avversa.
| |
Consoli Inghilterra Francia Sardegna Belgio Svizzera Milano Imperatore Palazzo Governo Governo Sovrano Imperatore Governo Milano
|