Aspetto i risultati dei passi che farete per mia norma.
Milano, il 20 marzo, undici ore antimeridiane
Conte RADETZKY.
Ai signori Consoli d'Inghilterra, di Francia, di Sardegna, del Belgio e della Svizzera
MILANO.
Intanto si pubblicava il seguente manifesto da chi dirigeva la rivoluzione, onde mantenere vivo l'ardimento nel popolo ed eccitarlo a persistere nella lotta incominciata:
CITTADINI
Il Generale austriaco persiste; ma il suo esercito è in piena dissoluzione. Le bombe ch'egli avventa sulle nostre case sono l'ultimo saluto della(34) tirannide che fugge. - I nostri bamboli non cresceranno nell'orrore della schiavitù.
Molti ufficiali si danno prigioni. Interi corpi atterrano le armi avanti al tricolore italiano. Alcuni, trattenuti dall'onor militare, domandano un istante a deliberare, supplicandoci frattanto di sospendere il vittorioso nostro fuoco.
Cittadini, perseverate sulla via che correte. - Essa è quella che guida alla gloria ed alla libertà.
Fra pochi giorni il vessillo italico poggerà sulla cresta delle Alpi. Colà soltanto noi potremo stringerci in pace onorata colle genti che ora siamo costretti a combattere. Cittadini, fra poco avremo vinto. La patria deciderà de' suoi destini. Ella non appartiene a sè. - I feriti sono raccomandati alle vostre cure. - Per le famiglie povere provvederà la patria.
Lunedì, 20 marzo
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Venne pure pubblicato dal Consiglio di Guerra questo altro avviso onde mantener vivo il sentimento della generosità nel popolo, e prevenire luttuosi casi di sangue, in que' momenti di grande esasperazione, contro i prigionieri, le famiglie degli impiegati e militari dell'Austria, gli ammalati ed i feriti.
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