Tradimento che si tradusse ben presto in atto con un ben nudrito fuoco di moschetteria da parte della truppa e con frequenti colpi lanciati di spingarda.
Atroce fatto, narra Tettoni, successe nella casa di certo signor Torelli, verso S.Marco, nella quale tenevasi osteria. Gli Austriaci sforzarono la porta, ed, entrati, uccisero il cuoco ed altre tre persone dopo averle martirizzate in ogni modo; poi, arrostiti vivi due bambini e cacciata nel ventre ad una donna incinta a varie riprese la bajonetta, diedero fuoco alla casa, ritirandosi quindi nel palazzo del Generale Comando(37). Non facciamo commenti: riproduciamo la notizia e basta!
A S. Bernardino alle Monache (ora via Lanzone) la caserma omonima che acquartierava le guardie di polizia cedette al valor degli insorgenti, i quali, esposti ad un grandinar continuo delle palle nemiche, riuscirono a dar fuoco alla porta del quartiere. Le guardie peṛ che ritrovavansi al Circondario di polizia di S. Simone, vedendosi a mal partito, spiegarono bandiera bianca e, simulando di fraternizzar col popolo, scaricaron poscia i loro fucili verso il popolo ingannato.
Il cannone non cessava mai di tuonare dal dazio di porta Ticinese tanto verso il ponte, come dal bastione verso Viarenna. Peṛ le palle non arrivavano sino all'ortaglia delle monache; fu per cị che il lattivendolo G. Meschia con pochi suoi compagni potettero appostarsi nella contrada delle Vetere; dalla quale con carabine di precisione fulminarono i cannonieri che stavano al dazio; e furon ś aggiustati i colpi, che non uno anḍ fallito, in modo che mano mano che gli artiglieri avvicinavansi al cannone per darvi fuoco, essi cadevano colpiti dai tiri di quegli animosi.
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