La vittoria è certa: colla più rigorosa disciplina la compiremo, vieppiù facilmente.
VIVA L'INDIPENDENZA
Dal Comitato direttore della guardia civica Ore 2 pom. del 21 marzo 1848
A porta Ticinese verso sera avvennero gravi fatti: crediamo di riportarli colle parole del Tettoni nella sua Cronaca della rivoluzione di Milano.
Verso le ore cinque di sera, egli dice, una mano di soldati irruppe dal dominante bastione di questa Porta, e per la via di un muro di cinta dell'ostiere Fossati, che primo colla moglie fu trucidato, invase la casa posta nel vicolo del Sambuco, num.° 3707, nella quale, trovata la porta aperta, ebbe facile ingresso. Cominciarono a devastare e derubare i pochi arredi del portinajo: indi saliti al primo e secondo piano atterrarono le porte, e trucidate quattro persone le gettarono in corte, gridando: fatevi guarire da Pio IX, e depredate anche qui in quasi tutte le stanze le misere suppellettili, e derubati i pochi danari e le lingerie, unica sostanza degli artigiani che colà abitavano, discesero le scale fino alle cantine dove la maggior parte delle donne s'erano rifuggite; e quivi senz'altro scaricata una fucilata, colpirono un bambino d'anni tre nelle braccia di suo fratello, egli pure mortalmente ferito; il morente bambino venne poscia barbaramente strappato dalle braccia non più valide del fratello, e gettato sulla siepe della strada confinante. - Pure nella stessa casa vi abitava certo Migliavacca d'anni 43 circa, ammogliato, con due figlie, uomo di specchiata probità, vero e caro padre di famiglia, il quale appena accortosi dei gridi che di subito si sparsero nel vicinato al furioso entrare delle soldatesche, procurò possibilmente di assicurare la propria famiglia chiudendosi in casa, ed opponendo tutta quella resistenza che chiunque avrebbe procurato di tentare nel vedere la propria vita congiunta alle parti più care di sè stesso minacciate da sicura morte.
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