Onde assicurarsi della fermezza degli alunni italiani, il Severus aveva minacciato venticinque colpi di bastone per chiunque non ottemperasse scrupolosamente agli ordini superiori. Assediato però il collegio da tutti i lati, per ogni parte bersagliato, impedita ogni comunicazione esterna, finalmente se non fu preso d'armi, dovette arrendersi per fame.
Le mansioni del Consiglio di guerra però, limitate dalle attribuzioni della municipalità, dietro rimostranze di Cattaneo che dimandava i poteri di un vero ministero di guerra, e suggeriva che si destinasse a presiedere il nuovo dicastero un uomo del governo provvisorio, proponendovi Pompeo Litta ch'era già stato nella milizia del regno d'Italia, da Casati vennero approvate scrivendo in un foglio:
COMITATO DI GUERRA
Presidente, Litta - Membri, Cattaneo, Cernuschi, Terzaghi, Clerici, Carnevali, Lissoni, Ceroni, Torelli.
Casati cercò quindi di spiegarsi in faccia al popolo, facendo conoscere d'aver assunte le attribuzioni di Governo Provvisorio; questa dichiarazione però non fu fatta esplicitamente con apposito proclama, ma venne accennata, incidentalmente(40) quasi e per ultima notizia, in un proclama che trattava di altri negozii. Ecco tale documento:
CITTADINI!
Milano, 22 marzo 1848.
L'armistizio offertoci dal nemico fu da noi rifiutato ad istanza del popolo che vuole combattere(41).
Combattiamo adunque coll'istesso coraggio che ci fece vincere in questi quattro giorni di lotta, e vinceremo ancora.
Cittadini! Riceviamo di piede fermo questo ultimo assalto dei nostri oppressori con quella tranquilla fiducia che nasce dalla certezza della vittoria.
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