Seconderemo i vostri giusti desiderii fidando nell'aiuto di quel Dio, che è visibilmente con Noi, di quel Dio che ha dato all'Italia Pio IX, di quel Dio che con sì maravigliosi impulsi pose l'Italia in grado da far da sè.
E per viemmeglio dimostrare con segni esteriori il sentimento dell'unione italiana, vogliamo che le Nostre truppe entrando sul territorio della Lombardia e della Venezia portino lo scudo di Savoja sovrapposto alla bandiera tricolore italiana.
Torino, 23 marzo 1848.
CARLO ALBERTO.
Il Governo Provvisorio da sua parte pubblicava il seguente proclama alla popolazione:
Proclama!
Abbiamo vinto: abbiamo costretto il nemico a fuggire, sgomentato del nostro valore e della sua viltà. Ma disperso per le nostre campagne, vagante come frotta di belve, racozzato in bande di saccomanni, ci tiene ancora in tutti gli errori della guerra senza darcene le emozioni sublimi. Così ci fan essi comprendere che l'armi da noi brandite a difesa non le dobbiamo, non non le possiamo deporre se non quando il nemico sarà cacciato oltre le Alpi. L'abbiamo giurato; lo giurò con noi il generoso principe che volle all'impresa comune associati i suoi prodi: lo giurò tutta l'Italia, e sarà!
Orsù dunque, all'armi all'armi, per assicurarci i frutti della nostra gloriosa rivoluzione, per combattere l'ultima battaglia dell'Indipendenza e dell'Unione Italiana.
Un esercito mobile sarà prontamente organizzato.
Teodoro Lecchi è nominato Generale in capo di tutte le forze militari del Governo Provvisorio. Soldato d'alto nome dell'antico esercito italiano, congiungerà le gloriose tradizioni dell'epoca militare napoleonica ai nuovi fasti che si preparano all'armi italiane nella gran lotta della libertà.
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