S’imbattè da primo ad osservare che due corpi così detti Idioelettrici, come pure un Idioelettrico ed un Deferente allorchè veniano elettrizzati contrariamente, esercitavano fra loro la medesima azione di due Deferenti in egual modo disposti; che la sola differenza, e questa notabile, consisteva in una certa adesione, che quei presentavano dopo essersi attratti in ragion della somma delle loro elettricità contrarie. Or ei si pensava che nella di loro unione seguisse una reale e total perdita delle proprie elettricità, e che nella separazione de’ suddetti corpi ne succedesse il riscatto delle medesime. A questa proprietà novellamente scoperta, per cui se vengano separati i due accennati corpi riacquistano, com’ei si credea dal disgiungimento l’elettricità smarrita nella loro congiunzione, o per dir così, rivendicano la perduta elettricità volle dare il nome di Elettricità Vindice. Quest’opinione rimase vittoriosamente combattuta da Volta, il quale rintracciò la vera causa di un’apparenza sì maravigliosa.
I fenomeni della Natura sono perlopiù esposti egualmente agli occhi di tutti sopra il gran Teatro dell’Universo. Scarso è il numero di quei che s’arrestano a prestar la loro attenzione, ed assai più scarso di quei che sviluppar ne possono tutte le conseguenze; perlochè sono sicuramente degni d’ammirazione e di lode quei rarissimi ingegni sublimi, ai quali nulla sfuggendo possono confrontare una serie di fatti con occhio penetrante osservati, e dedurne le Teorie più luminose e le più utili per la specie umana.
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