Calcò altra via più diretta e spedita e tanto s’inoltrò che pervenne a scorgere i limiti ai quali s’estendeva la detta legge. Riconobbe che dessa, in quanto all’elettricità, applicar si potea soltanto ad un deferente elettrizzato, il qual s’andasse avvicinando ad un corpo di natura simile, che comunicasse costantemente colla terra. Ritrovò parimente in questo caso che se il corpo divenuto elettrico s’aumentava di diametro o di gradi di carica veniva ancor l’attrazione ad aumentarsi non in ragion semplice, ma bensì nella diretta dei quadrati dei diametri o dei gradi di carica. Non pervenne mai a riscontrar simiglianti leggi, sebben provasse e riprovasse con tutta la di lui sagacità in altri fatti e soprattutto nelle repulsioni elettriche delle quali eragli assai ben nota l’incostanza. La ragione poi, conforme anch’essa alla dottrina dell’Ammosfere elettriche, con cui avvalorò tutti questi resultamenti si è quella, che a misura o dell’avvicinamento o dell’aumentazione dei diametri o dei gradi di carica, il corpo comunicante col suolo diradava o condensava il fluido elettrico secondo che l’Elettricità del corpo eccitato era positiva o negativa.
Finalmente con il solito di lui occhio penetrante, a cui niuna cosa si fugge, per quanto leggiera sia, si rivolse ad osservare attentamente la repulsione di due corpi in simil guisa elettrizzati, e da alcuni picciolissimi fatti da esso a fondo bene indagati dedusse che ella era soltanto apparente e non punto reale; lochè ben’anco avea dichiarato il celebre nostro Beccaria 10. Per la qual cosa vana ed inutile sarebbe ogn’altra Ipotesi quantunque si voglia ingegnosa, ne più farebbe di mestieri moltiplicar gli agenti della Natura mostrandosi assai valevole a spiegare tutti i fenomeni elettrici la bella Teoria di Franklin.
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