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      Porro vim hanc qualemcumque sive diu tenaciterque servent hae particulae, etiamdum ad superiora athmosphaerae loca evectae in nubes coeunt, sive in aere quem tranant sensim deponant, aeque semper nubium atque atmosphaerae electricitas obtinebit. Quod de corporibus vere ex igne combustis dixi, intellectum volo, habita ratione inaequalitatis virium, de iis etiam, quae aestu solis torrentur. Re enim vera inveni ligna, corium, ossa etc. aestivis solibus diu exposita apta evasisse, quae frictione electricas aliquas vires sibi compararent. Sed quae hic profero conjectationum vim non excedunt; nondum enim experimenta, quae rem conficiant, suppetunt. Latus sane campus hujusmodi experimentorum aperitur uberem fructum promittens. Quantum ex hoc mihi jam alacriter ingredienti percipere dabitur, nescio. Optandum ut melioris notae Physici ad hoc tentaminum genus animum adjungant, majora certe praestituri.
      LETTERE
      SULL’ELETTROFORO PERPETUOQuesti articoli sono stati estratti dal Volume 8.° della Scelta di Opuscoli di Milano p. 127.
     
      ELETTROFOROARTICOLI DI DUE LETTERE
      Scritte al P. C. G. Campi.
      C. R. S.
      Como 13 Giugno 1775.
      Ho scritto ultimamente a Priestley alcune che credo mie scoperte in elettricità, e forse sorprendenti. Ho costrutto un piccolo semplicissimo apparecchio, che sta tutto rinchiuso in una scatola portatile comodamente in tasca. In questo ho stampata, dirò così, un elettricità tale, che non s’estingue più mai: ve l’ho impressa senz’altro corredo di macchina; e sì ne ho i segni d’ogni maniera senza dispendio finchè mi giova averne, e segni affatto vivaci, bastevoli ad elettrizzare fortemente un ben capace conduttore, un uomo isolato, e caricare una boccia per la scossa ec. in somma quanto s’ottiene da una competente macchina, io l’ottengo dal mio apparecchio senza ruota, senza giro, senza stropicciamento di sorta, a riserva del primo leggerissimo impiegatovi una volta sola quando dapprima, ed ha già più d’un mese, vi stampai l’elettricità; l’effetto del qual primo, ed unico strofinamento, senza che più si rinnovi, ho trovato un mezzo facilissimo di far sì, che nè manchi, nè punto pur scemi per qualsivoglia tratto, e sia pure interminabile.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte prima
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 227

   





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