Mi trovo in grado di chiamare questa specie d’elettricità Vindice indeficiente, e il mio apparecchio Elettroforo perpetuo. Questi miei ritrovati potrò in breve pubblicarli con la stessa lettera con cui ne do parte a Priestley, quando pure non pensi meglio a farlo con una memoria più seguita, ed estesa.
22 Giugno 1775.
Potrà aggiugnere a quel tanto che ne dissi un altra cosa, la quale può far crescere la sorpresa, ed è che non solo ho il mezzo di esaltare l’elettricità del mio apparecchio, qualora dopo lungo tratto di giorni, o settimane si scorga infievolita, e di ricondurla al grado massimo d’intensione senz’altro ajuto di macchina, o di novello stropicciamento; ma quello eziandio, ed è poi lo stesso, di far servire l’elettricità comunque sia o debole, o forte d’un apparecchio, ad eccitare in un secondo, e se bramisi pur gagliarda, in un terzo, in dieci, in cento apparecchi ec. senzachè venga a smarrirsi la prima.
ARTICOLO DI UNA LETTERA32
Al Sig. Dottore Giuseppe Priestley.
Como 10 Giugno 1775.
...... Io non so se tanto prometter mi debba dalle mie osservazioni, che esse anzichè importune, gradite vi riescano, e interessanti. Avanzandole siccome miei nuovi ritrovamenti, avvenir potrebbe un’altra volta che deluso rimanessi non altrimenti che accadde di quelle sopra il legno abbrustolito, cui la vostra eccellente Storia dell’Elettricità avveder mi fece, ma troppo tardi, essere state in parte da altri preoccupate. Or chi sa che la continuazione da voi disegnata della medesima Storia non venga per egual modo a rapirmi la gioconda illusione di queste nuove mie pretese scoperte?
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