Che più? Con quattro, o sei scintille cavate dallo scudo elettrizzo fortemente un conduttore assai capace, un uomo isolato ec., con trenta in quaranta di esse carico fortemente una caraffa; tutte queste operazioni io fo, e replico finchè mi piace. Ma i segni illanguidiscono col tempo? Nol niego, massimamente ove non si cessi di tormentar l’apparecchio per lungo tratto, e a varie riprese. Dunque finalmente cesseranno del tutto? Sì, ciò forse avverrà, ma non so dopo qual tratto di tempo. Ma che direte se io dimostro che questa minacciata estinzione de’ segni si può prevenire, e riparare l’illanguidimento, e finanche ristorare il primiero vigore con niun altro ajuto che quello delle deboli forze che rimangono? M’affretto a spiegarvi per qual modo ciò si possa ottenere.
È cosa troppo nota che si può caricar una lastra per mezzo d’un’altra lastra, o caraffa già caricata, col compartire a quella la carica di questa. Or bene, io non cerco di più; imperciocchè se col mio scudo, allora pure che non mi dà se non scintille deboli, giungo a caricare anche debolmente una caraffa, posso contare d’avere in questa caraffa un ristoratore dell’elettricità indebolita, e di portarvi una vera aggiunta eccitandone la scarica, o sia compartendola alla superficie del mastice. E così adoperando non m’inganno, col badar bene però di applicare al mastice non già l’uncino della caraffa, se questa ha ricevuto la carica dallo scudo, ma sibbene la pancia, o la base; e vice versa, se questa ha toccato lo scudo.
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