E è il manico isolante, cioè un bastoncino di vetro intonacato di ceralacca, armato nell’estremità di due cappelletti d’ottone ff (fig. 2), uno fatto a vite con cui si ferma a un bottone lavorato per questo nel centro della faccia superiore dello scudo CC, e l’altro che termina in un anello, per cui si regge alzandolo (fig. 2, 3).
Nella figura 1. sta il piatto AA, o meglio il mastice armato del suo scudo CC ricevendo l’elettricità, o sia la carica dalla catena O di una macchina ordinaria; indi se ne eccita la scarica dalla mano AD che tocca congiuntamente il piatto, e lo scudo. (fig. 2.) Una mano alza per mezzo dell’anello f del manico E, lo scudo CC; e l’altra mano X ne trae una lunga scintilla: e ciò ognora che si leva lo scudo dopo averlo posato, e poi toccato.
La stessa fig. 2 mostra come elettrizzato una volta un solo apparato, se ne possa avvivar un altro, o quanti altri ne aggrada: dando cioè replicatamente le scintille dello scudo alzato ad un filo, od uncino d’ottone K sporgente da un altro scudo, che posa sul suo mastice. Fatto ciò, e mutando mano voi potete con questo secondo, e collo stesso processo rinvigorir la forza nel primo, e così via via reciprocamente.
(Fig. 3). L’operazione indicata è simile a quella della figura precedente, tranne che si fanno spiccare le scintille dallo scudo CC verso l’uncino I della caraffa armata G, la quale perciò viene a caricarsi. La mano D sta in atto di toccare il piatto in A, e lo scudo in C ogni volta che posi, e di ritirare da questo il dito qualor s’alza.
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