7 e 8, in cui già di per se danno i segni vivaci, e continui sì il piatto, che lo scudo, questo contrariamente a quello: laddove nelle macchine ordinarie, sebben si preparino con i cuscini isolati, compajono è vero le due elettricità opposte; ma durando l’isolamento dei cuscini, ben presto ammutoliscono quasi del tutto i segni nella catena.
Il cambiar poi tosto nella contraria l’elettricità sì de’ cuscini che della catena non è tanto agevol cosa nelle macchine usuali: anzi se queste, com’è di solito, portano il disco di vetro liscio, non è mai che si ecciti altra elettricità che di difetto negli strofinatori, qualunque essi siano, e di eccesso nella catena; se poi il disco sia di zolfo, potrem bene elettrizzare or nell’una, or nell’altra maniera, ma è mestieri per ciò cangiare di strofinatori. L’apparato nostro non abbisogna d’altro per mutar le vicende de’ segni, che di compartir sopra il mastice la carica della caraffa da quella banda che la ricevette dallo scudo (es. gr. nella fig. 4 va impugnata la pancia G della boccia, e visitato il mastice coll’uncino I). A tal uopo gioverà aver prima distrutta, mediante l’applicazione del fazzoletto, l’elettricità vecchia del mastice.
Ma queste vicende delle contrarie elettricità riescono poi affatto graziose usando di un Elettroforo per animarne un’altro, come nella fig. 2; e più avendovene una serie: giacchè se il primo era elettrico per eccesso dà al secondo l’elettricità per difetto, e questo secondo porta novellamente carica d’eccesso al terzo; e così adoperando di seguito, il quarto diventa elettrico come il secondo, il quinto come il primo, e il terzo ec.
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Elettroforo
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