Steso bene, e rassodato nella vostra tavola il mastice, scorretevi sopra dappertutto, senza però toccarlo, con un largo, e grosso ferro rovente. In un subito vi si apriranno sulla superficie innumerabili buchi, i quali per forza dell’istesso calore di lì a poco si riempiranno, e spariranno. Non basta, avviene spesso che adoperando l’apparato, e tormentandolo, salti fuori quà, e là una magagna, per cui avete ad ogni tratto una esplosione spontanea. Allora conviene andar in cerca colla lanterna del sito, ove s’asconde il vizio: e la lanterna è una boccia ben carica con cui scorrendo sopra, una scintilla che scappi furtivamente vi avverte a pelo di ciò che dovete correggere col vostro ferro rovente.
Como 21 Dicembre 1775.
Ho provato a far lo scudo, giusta quanto avea divisato, con una tela stesa su d’una cornice. Ho scelto la tela incerata, e senza punto inargentarne la faccia stessa incerata che guarda, e bacia il mastice, mi sono contentato di vestire di foglia d’argento la faccia che resta scoperta, e il contorno della cornice. Trovo che questo scudo giuoca ottimamente, e corrisponde a tutta l’aspettazione mia. Dapprima avendo pensato che l’argentatura alla faccia che tocca il mastice era per lo manco inutile, credei il meglio non vestire di foglia metallica che il contorno della cornice da cui si cavano le scintille ec. Ma poi m’avvidi ben presto che essendo la tela incerata conduttore pochissimo, buono, a stento, e lentamente dismetteva ella il suo nativo fuoco in ragione che l’eccesso del mastice lo esigeva, o viceversa: ciò era chiaro da vedere che toccando col dito, o con catenella lo scudo posato, toccandone dico l’orlo inargentato, una piccola scintilla si estraeva: indi a qualche momento tornando a toccare, un’altra piccola scintilla; e così successivamente per alcuni minuti.
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Dicembre
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