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      Portando poi più addentro la considerazione, ho preso a sospettare che codesta mutazione d’indole derivi dal deterioramento della virtù di elettricità originaria, o almen vi vada di paro: osservando che infatti cotesto mastice mezzo bruciato aveva pochissima virtù di elettrizzarsi per istropicciamento: laddove l’altro che costantemente contraeva per la via medesima elettricità in meno, e fino stropicciato con lamine metalliche, godeva di un’elettricità generosa. L’induzione per me felicemente si estendeva ad altri corpi, i quali non meno che la resina affettano l’elettricità difettiva, e sono i legni abbrustoliti. In questi aveva osservato già, e scritto nel 3 Cap. della mia dissertazione latina 1771, che i legni abbrustoliti di fresco, e a dovere, danno a qualsivoglia corpo anche metallico con cui si strofinano, finchè dura in quelli la massima virtù; ma che a misura che questa decade, degradano anche dall’indole sua, e ricevono prima da alcuni metalli solamente, poi da più, poi da tutti, e fin talvolta dal panno nero ec. Or nella resina mi si spiega più largo il campo di questo passaggio. Occupa un estremo il mastice, che ho veramente ottimo, il quale con leggierissimo, e breve stropicciamento conseguisce una elettricità affatto generosa; tien l’altro estremo quel mastice mezzo bruciato, dal quale, sebbene stropicciato per una sì vasta estensione, qual è quella di due piedi nell’apparato grande, appena ottengo una scintilluzza (dico semplicemente stropicciato ch’eccita nello scudo una debolissima scintilla), perchè poi infondendovi maggior forza d’elettricità con altra macchina, o colla caraffa acquista non meno che il mastice migliore, tutti i gradi di forza). Di mezzo a questi tengo altri mastici, i quali convenientemente si elettrizzano per istropicciamento.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte prima
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 227