Avete fatto ancor più: sorto siete colla vostra lettera stampata a fare svenir cotesto abbagliante stupore dagli occhi pure dei prevenuti; e io non dubito punto, che la riputazion grande di cui godete, non abbia prodotto l’effetto preteso, e forse, chi sa? oltre il giusto. Non intendo quì parlare della scoperta dell’Elettricità vindice: ho abbastanza palesato sopra ciò i miei sentimenti, cioè, che ben lungi di dolermi con voi d’alcun torto, ho occasione anzi d’esservi tenuto. Mi lagno soltanto di ciò, che questo vostro scritto tende di più a diminuire il pregio dell’Elettroforo, preso anche in qualità di semplice apparecchio, o stromento, giacchè ne lo fa comparire senza il corredo de’ suoi più singolari vantaggi: mi lagno, dico, unicamente dello scritto, non già di voi, Signore, cui fo la giustizia di credere, che non avete voi cercato di celare questi vantaggi, ma che non li conoscevate per anco, giudicato avendo dell’Elettroforo dietro la lettera di Vienna, e un piccol numero di sperienze.
Or dunque, Signore, io mi prometto da voi un giudizio più favorevole, quando ricavate abbiate delle notizie più complete da questa parte di descrizione accompagnata da alcune figure, che vi trasmetto, e dopo che ripetute avrete da voi medesimo le mie sperienze più capitali. Sono in vero impaziente d’intendere ciò che sarete per dire di quel giuoco singolare della boccetta per rianimare l’elettricità languente, ritorcendola a modo di dire contro se stessa; e della durazione perpetua dei segni, che per tal mezzo si viene a procurare.
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Elettricità Elettroforo Elettroforo Vienna
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