Ma di ciò avrò luogo di parlare più di proposito.
Quì mi giova insistere ancora, mostrando la scintilla e scossa di un semplice Conduttore non differire per alcun’accidente che sia dalla scintilla e scossa della boccia di Leyden, se non dal più al meno; e nemmanco tanto, ove sol diasi tal grandezza al Conduttore, che divenga in ragione di capacità eguale ad una delle due superficie armate della boccia. A quest’intendimento io andrò prima togliendo certe apparenti differenze, che più sembrano saltare all’occhio; indi seguirò a fare un compiuto parallelo combinando in vari modi l’esperienze. Che sì, che arrivo a convincer voi pure, Signore, come mi son convinto io stesso, che l’esperimento della commozione non è più proprio alla boccia, o al quadro magico, di quello sia al Conduttore semplice? che una grossa piena di fuoco comunque, e da qualunque parte si scarichi rapidamente, e ad un tratto produce nel corpo che attraversa l’effetto di cui ora si tratta?
Voglio prendere da Voi medesimo, giacchè succintamente ed elegantemente più d’ogn’altro l’avete notate le pretese differenze. Ecco come vi esprimete alla tesi XIII della vostra lodatissima Dissertazione „Quantumcumque electricum fluidum in uno corpore, si vitrum excipias, condensatum fuerit, et quantumcumque in altero rarefactum, corpus per quod aequilibrium restituitur commotionem nunquam experitur; validissimae quidem, crepitantes, pungentes, lucentes, magnaque e distantia prodeuntes erumpunt scintillae, sed absque illo singulari commotionis sensu, quì facile cognoscitur, difficile describitur.
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Conduttore Leyden Conduttore Conduttore Dissertazione Quantumcumque
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