2.° Replico la stessa sperienza, ma al rovescio, cioè elettrizzando l’interiore della boccetta in più e il Conduttore in meno. Istessa commozione nel mio corpo; e istessa compita distruzione della carica di elettricità, sì nella boccetta che nel Conduttore.
La spiegazione è pur quì chiarissima. Il fuoco eccessivo accumulato nell’interior superficie della boccetta è appunto sufficiente a compensare il difetto del Conduttore in cui si getta: ma ciò non si fa senza che all’esterna faccia della boccetta medesima accorra altrettanto fuoco, onde risarcirla di quello di cui si trova spogliata: ed ecco appunto, che vi accorre venendo su dal grande comune ricettacolo per il filo deferente, e per la persona che tocca questo filo con una mano, e con l’altra impugna la boccetta. La commozione pertanto, che è sempre l’effetto di una corrente di fuoco che attraversa il corpo, e che è proporzionale alla copia di fuoco, e alla rapidità con cui tragitta, ben si vede, che dee risentirsi quale e quanta si proverebbe scaricando immediatamente la boccetta sopra il corpo, o immediatamente ricevendovi la scintilla del gran Conduttore; ed eguale in questo, come nel primo sperimento, giacchè la piena essendo egualmente grossa e rapida, egli è poi tutt’uno che si diriga dal braccio destro al sinistro, o dal sinistro al destro; che mova dal Conduttore alla terra, o dalla terra al Conduttore.
3.° Carico or solamente la boccetta per eccesso, e impugnatala ne porto l’uncino contro il Conduttore che non ha punto di elettricità nè di una specie, nè dell’altra: con questo non si scarica la boccetta che per metà; ed io riporto una commozione, che vale giusto la metà di quella che mi avrebbe dato la boccetta scaricandola immediatamente sopra il mio corpo.
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Replico Conduttore Conduttore Conduttore Conduttore Conduttore Conduttore Carico Conduttore
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