Così poscia esplorando e la boccetta e il Conduttore, ciascuno a parte, rilevo, come sopra, due altre scosse eguali alla prima, e tra loro.
5.° Gli stessi sperimenti 3.° e 4.° gli ripeto sostituendo all’elettricità di eccesso quella di difetto; e i resultati son quali si devono aspettare. Io ho le tre scosse dimezzate (ciascuna cioè che vale la metà della piena scarica che si eccitasse immediatamente sul corpo): la prima nell’atto di provocare la scintilla tra l’uncino, e il Conduttore, la seconda, e la terza nello scaricare il Conduttore e la boccetta, ciascuno a parte.
Ho sempre inteso che in tali prove si tenga con una mano il filo di ferro che conduce in terra, mentre con l’altra si provoca la scarica del Conduttore, o immediatamente, o per mezzo della boccetta. Se la persona non tocca in qualche modo a un buon deferente continuo, se comunica solo col pavimento asciutto, od altri corpi poco deferenti, o interrotti, la corrente di fuoco viene più o meno ritardata, tantochè la scarica non si compie più ad un tratto, ma successivamente in tempo comunque non grande; ciò che basta perchè la commozione si risenta molto men valida.
Tutte le surriferite sperienze, che concorrono a farmi giudicare la capacità del mio Conduttore di 96 piedi prossimamente eguale alla capacità di una boccetta di 4 pollici in quadro d’armatura, mi piace poi di variarle con altre boccette di maggiore, e di minor capacità. Dunque prendendone una di 3 pollici solamente d’armatura, ed una pur anche di più di 4 ma di vetro assai grosso, osservo che comparte più che la metà della carica al Conduttore, e che questo all’incontro comparte meno della metà della sua a tal meschina boccetta: così poi dopo sì fatta distribuzione prevale sempre la scossa del Conduttore a quella della boccetta.
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