Ne avete uno capacissimo, bello e preparato, ed è il lungo filo conduttore del vostro parafulmine. Ho ancora innanzi agl’occhi come stanno colà dietro il giardino in quella vaga stanzetta, ed entro quella bussola, che ha vetriata e porta che s’apre, il tutto con somma eleganza disposto, come stanno, dico, i due campanelli tra i quali giuoca il pendolino: e mi figuro non senza compiacenza di veder voi impugnata una boccetta, portarla a toccar coll’uncino il campanello, o filo proveniente dall’asta metallica, e con essa isolato, mentre coll’altra mano toccate l’altro campanello, o filo deferente continuo, che va a seppellirsi in terra, e che noi chiamiamo filo di salute. Non dubito che tosto non troviate di proporzionare la boccetta, ossia di sceglierne una di presso a poco eguale capacità al vostro Conduttore; per riuscire a distruggere reciprocamente la carica di quella coll’elettricità contraria di questo; e per confrontare il valor delle scosse date dalle scariche intiere, e dimezzate dell’uno, e dell’altra ec.
Non posso quì lasciare d’invitarvi ad osservar meco, come non è assolutamente necessario perchè abbia luogo la compiuta scarica della boccia di Leyden, e molto meno perchè si sperimenti la vera commozione, che il fuoco vomitato dalla faccia ridondante ricorra per una serie continuata di deferenti, ossia per il così detto Arco conduttore, all’opposta faccia deficiente: come si è supposto, e tiensi comunemente per indispensabile. È ben necessario, che il fuoco accumulato su quella faccia abbia dove gettarsi, ossia trovi uno scaricatore di capace sfogo, e che la faccia deficiente trovi pure un fonte onde trarre a se il convenevole risarcimento.
| |
Conduttore Leyden Arco
|