Così è: il fuoco scaricato della faccia interna scorre manifestamente da e ad f g h, portando una discreta scossa a tutte queste persone, cioè alla mano con cui si tengono, e al collo del piede; e balzando anche con visibile scintilla ove non si tocchino l’una l’altra, ma tengansi colle mani o co’ piedi molto appressate; e finalmente va a perdersi nel comune ricettacolo. Similmente d che primo fornisce il fuoco di cui abbisogna la faccia esteriore, ne ripete da c, e questo da b, da a, e tutti ne ritraggono dal suolo: il che si fa sensibile colla scossa che riportano coteste persone, e visibile se si vuole pur anche colle scintille. Dirassi forse, che il fuoco scaricato dall’interno della boccia siegue la fila delle persone e f g h, e poi dall’ultima di queste passa all’ultima parimenti dell’altra fila, cioè ad a, onde giugnere per b c d all’amata faccia esterna? Ma oltrechè non si accorda questo colla scossa che sentono al collo del piede tutte o quasi tutte le persone, come s’intenderà che scelga il fuoco un lungo tratto di pavimento asciutto, e resistente, anzichè il più breve tra e e d? E come andrà colla legge, con cui si vuol obbligare a far in ogni caso per la via più spedita, e meno resistente il circuito da una superficie all’altra? Eh diciam dunque che altra è la corrente che parte dall’uncino della boccia, e scorrendo le persone, e qualsivoglia altro buon deferente che incontra va a perdersi nel comune ricettacolo; altra quella che simultaneamente move dalla terra medesima, e per il canale d’altre persone, o d’altri deferenti mette capo nella esterior superficie dell’istessa boccia: e in generale concludiamo che il fuoco della faccia eccessiva si scaglia, e diffondesi ovunque trova sfogo; ed altro fuoco accorre alla faccia difettiva indifferentemente da ogni parte, da qual siasi corpo, o serie di corpi, che fornir gliene possono.
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