Ma il non concepirsi come siegua scarica vera di lastra isolante armata, per mezzo di arco conduttore, da una all’altra faccia opposta, nel valicare che fa semplicemente il fuoco della saetta il tratto d’aria dalla nuvola alla terra; e la forma guizzante della scintilla, quale i semplici Conduttori, e non le boccie o quadri armati ci sogliono far vedere, portavano a non riconoscere nel fulmine, il quale appunto affetta un cotal guizzo, altro che una scintilla scagliata da un gran Conduttore fortemente elettrico. Or finalmente in questa opinione dovran riunirsi tutti i voti, e sciolto rimarrà il problema, or, dico, che e commozione, e qualunque altro più valido effetto nella prepotente forza de’ Conduttori d’immane capacità riscontrato abbiamo.
Son giunto al termine dell’argomento che mi son proposto in questa lettera, che è la capacità de’ Conduttori semplici; e però quì finisco. Passerò, se vi piace, in un’altra alla capacità de’ Conduttori conjugati (come a me piace di chiamarli) e progredirò pur anche all’elettricità che s’imprime sulle faccie delle lastre isolanti trattando della durezza loro a lasciarsela affiggere, e tenacità a conservarla una volta che sia affitta. Il campo è bello, e vasto: abbraccia tutta la teoria delle cariche, e delle scariche con quella dell’elettricità già detta Vindice, che meglio io amo di dir permanente, quindi tutti i fenomeni dell’Elettroforo ec. Procurerò d’esser men prolisso che in questa, e con una materia tanto più vasta, la lettera riuscirà meno lunga.
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