Se fosse pertanto stesa la resina alla spessezza d’un quarto di linea, o non maggiore di una mano di vernice, riuscirebber le prove ottimamente; siccome all’incontro essendo grossa un pollice o più, riuscirebber malissimo.
VII. In secondo luogo la superficie di essa resina debb’essere quanto è possibile piana, e liscia, e piana e liscia similmente l’inferior faccia dello scudo, sicchè vengano a combaciarsi bene (ivi lett. B). È noto quanto un miglior combaciamento favorisca gli effetti dell’elettroforo; ond’ebbi ben ragione di raccomandar questa come una delle principali condizioni nella descrizione che pubblicai a suo tempo di tal mia macchina. Ma è ancor più grande il vantaggio che risulta da un ampio, e perfetto combaciamento allorchè l’istesso nostro apparecchio fa funzione di condensatore.
VIII. Da ultimo merita particolar attenzione quanto alla già citata lett. A si è prescritto, cioè che alla faccia resinosa cui si applica lo scudo, non dee trovarsi impressa alcuna elettricità. La ragione per cui vuolsi che ne sia affatto priva ella è, che altrimenti i segni dello scudo, allorchè s’alza, diverrebbero equivoci; non essendo più la sola elettricità trasfusa in esso scudo dal conduttore atmosferico quella che giuoca, ma insieme anche l’altra occasionata dall’elettricità impressa, ed inerente alla faccia resinosa: quando a noi importa di esplorare la sola prima, quella cioè sopravvenuta a detto scudo.
Se dunque la faccia resinosa del piatto, di cui volete servirvi, è rimasta sempre intatta, va bene.
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