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      Dunque a misura che la potenza elettrica, la quale si applica allo scudo posato, è più vicina a tal sommo grado, minor accrescimento può ricevere dall’apparecchio condensatore. Ma che bisogno abbiamo noi allora di lui, e tutte le volte che l’elettricità è già sensibile, e forte abbastanza? L’uso a cui vien destinato è di tirare sopra di se, e raccolta in sufficiente dose, render sensibile quella elettricità, che è languida affatto e impercettibile, finchè rimane nel gran conduttore (§. I.).
      X. Quando dunque il conduttore vi dà già da se solo segni abbastanza distinti di elettricità, non accade ricorrere all’altro apparecchio. Dirò di più che il farlo può produrre un grande inconveniente, ed è, che per poco che l’elettricità di esso conduttore sia vigorosa, a segno di dare qualche scintilla, avviene allora che facendogli toccare lo scudo l’elettricità non si arresti in lui solo, ma che passi in parte ad imprimersi alla faccia resinosa cui copre; onde in seguito l’apparecchio prenda a fare le funzioni di vero elettroforo: ciò che per le ragioni già dette (§. VIII) si dee con ogni studio evitare.
      XI. Per prevenire un tal inconveniente ho pensato di surrogare al piatto incrostato di resina, un piano che non fosse vero e perfetto isolante, assolutamente impermeabile al fluido elettrico; ma tale solamente che opponesse una discreta resistenza al suo passaggio; come una lastra di marmo asciutta e politissima; un piattello di legno similmente asciutto, ed arido, oppure incrostato di gesso, o meglio ancora inverniciato; una tela incerata secca, e monda, od altro simile.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte prima
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 227