Disposti però che siano in tal modo, e ove singolarmente incontrata abbiasi ottima qualità nel marmo, riescono a maraviglia, e sorpassano ogni aspettazione; onde sosterrò sempre con ragione, che sì fatti piani di legno, d’osso, di pietra, nudi come sono, e ancora notabilmente deferenti, meritano tuttavia d’essere preferiti a un ordinario piatto d’elettroforo fornito del suo strato resinoso.
XIV. Venendo ora più davvicino alla maniera, onde praticamente si può ridurre il nostro apparecchio alla maggior perfezione, per ritrarne il più gran vantaggio; dopo aver ricordato come conviene soprattutto che la lamina metallica o scudo s’adatti bene a combaciamento col piano sottoposto (§. III. lett. B e VII), soggiugnerò che per ottener ciò nel miglior modo è bene d’applicarsi ad una lastra di marmo, e questa insieme alla lamina o scudo metallico spianare ben bene, lavorandole una sopra l’altra, finchè sian ridotte a tale perfetto combaciamento, che ne nasca sensibile coesione tra loro.
Il marmo poi così lavorato si esponga per molti giorni al calore d’una stufa, con che espellendosi l’umido di cui anche tali pietre sono spesso imbevute, verrà esso marmo condotto a quello stato d’imperfettissimo conduttore, che è l’ottimo per le sperienze di questo genere (§. XII. e XIII.); e si manterrà tale per un pezzo, sol che non resti lungamente esposto al grand’umido: giacchè quanto a quell’umidore che può contrarre accidentalmente, e in poco tempo, non essendo che superficiale, non verrà il nostro marmo a deteriorarsi notabilmente; e basterà prima di sperimentare esporlo per alcuni minuti al sole, o pur anche asciugarlo con un pannolino caldo.
| |
|