XV. E quì giova avvertir di nuovo, che non tutti i marmi sono egualmente buoni. In generale i più vecchi, e che da molto tempo sono stati guardati dal grand’umido riescono incomparabilmente meglio che quelli tratti di fresco dalla cava, o stati esposti lungamente all’ingiurie dell’aria; onde i secondi principalmente han bisogno di un buon essiccamento nella stufa, ed i primi appena. Ma oltre di ciò avvi ancora notabilissima differenza tra una specie, e l’altra di marmo: io ne ho trovato di tali, che senza riscaldarli nè tampoco asciugarli, riescono sempre a maraviglia, e di tali altri, che anche con una tale preparazione non corrispondono troppo bene; a meno che non si continui loro il caldo durante il tempo dell’esperienze. Sopra tutti finora ho trovato eccellente il bel marmo bianco di Carrara. Ciò non pertanto io non so abbastanza raccomandare di riscaldare e questo, e gli altri marmi, almeno un poco innanzi adoperarli: con che vantaggian sempre per eccellenti che siano, ed essendo cattivi vengono a migliorarsi insignemente, e ad agguagliarsi ben anco ai più buoni. Anzi posso dire per esperienza che la maggior parte dei marmi di lor natura poco buoni, ove siano ben riscaldati previamente, e in seguito si mantengano tiepidi tutto il tempo dell’esperienza, prevalgono, se non a tutti, a molti dei migliori non punto riscaldati.
XVI. A chi però sembrasse incomoda questa preparazione (la quale per altro a che si riduce? Ad esporre il piatto di marmo al sole, od a presentarlo per poco d’ora innanzi al fuoco d’un camino, o al più tenerlo su d’un piccolo braciere ove sia o cener calda, o pochi carboni accesi), io suggerirò il mezzo di dispensarsene molte volte; basta dare alla faccia piana del marmo una buona mano di vernice copal, da asciugarsi quindi in una stufa ben calda o in un forno tantochè prenda un color d’ambra tirante al bruno.
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Carrara
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