In somma coll’uno, o coll’altro degl’indicati mezzi voi otterrete elettricità da corpi che non avreste mai creduto che godessero di questa virtù; la otterrete, anche da corpi non secchi, da tutti infine, eccetto solo i metalli, e i carboni: diro dipiù, ch’io ne ho ottenuto qualche volta strofinando la lamina metallica col rovescio della mano nuda.
XXVIII. 5.° Si è cercato se il calore, l’evaporazione, le fermentazioni ec. producano qualche grado di elettricità, ossia cagionino qualche alterazione alla dose naturale del fluido elettrico nei corpi che subiscono coteste azioni, e in quelli che sono in contatto coi medesimi. La ricerca era di grande importanza per fissar pure qualche idea sull’origine dell’elettricità naturale, ossia atmosferica. Io so di molti che hanno tentato specialmente sull’evaporazione delle sperienze invano (Franklin, De Saussure, Wenly, Cavallo), e che hanno infine rinunciato alla speranza di ottenere per tal mezzo segni elettrici; nè so d’alcuno che sia ancor giunto ad ottenerli. Le mie proprie sperienze non avean avuto miglior successo; con tuttociò ben lungi di rinunciare ad ogni speranza, io le andava sempre più nodrendo. Da gran tempo fissato mi era in mente che le dissoluzioni, le effervescenze, le volatilizzazioni ec. sconvolgendo le minime particelle dei corpi, e forma, e posizione mutandone, doveano coll’alterazione delle forze mutue di esse particelle, aumentare o diminuire le respettive capacità dei corpi medesimi sottoposti a quei moti intestini (le capacità dico, a contenere il fluido elettrico); e conseguentemente occasionare dove condensazione, dove rarefazione di esso fluido: io ne era così persuaso, che non sapeva darmi pace che l’elettricità non si manifestasse per alcuno di tai processi; di tal mancanza di segni pertanto io ne accagionava parte alla debolezza dell’elettricità che per tal modo si eccitava, parte alla dissipazione di essa prodotta dai vapori medesimi che si sollevano durante il processo, e distruggono quasi intieramente l’isolamento: mi compiaceva però sempre a pensare, che l’avrei un giorno potuta scoprire cotesta elettricità fugace, moltiplicando le sperienze, e mettendovi più d’attenzione, e di accuratezza 54. Due anni sono allorchè fui passo passo condotto alla maniera di condensare a un segno sì grande l’elettricità coll’apparecchio quì descritto, i miei pensieri si rivolsero nuovamente all’oggetto delle antiche mie ricerche, e concepii molto più fondata speranza di poter iscoprire qualche cosa, e già mi proponeva di applicarmi a tali sperienze, quasi presagendone la riuscita; ma varj accidenti le ritardarono fino al Marzo, e Aprile di quest’anno, in cui intraprese avendole a Parigi in compagnia di alcuni membri dell’Accademia R. delle Scienze, mi riuscì finalmente di ottenere segni non dubbj di elettricità, (che dico segni non dubbj?
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Franklin De Saussure Wenly Cavallo Marzo Parigi Accademia R Scienze
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