APPENDICE.
Ho detto al §. XXVIII. che mi è riuscito finalmente di ottenere segni distintissimi di elettricità, e dalla semplice evaporazione dell’acqua, e da varie effervescenze chimiche. Essendo questo un fatto non meno interessante che nuovo, stimo non inopportuno di far quì il racconto fedele delle sperienze. Le prime dunque, come ivi accenno, sono state fatte a Parigi in compagnia di due fisici illuminati, e membri dell’Accademia R. delle Scienze. Furono questi il Sig. Lavoisier, e il Sig. De la Place. Eglino concepiron meco la speranza di un felice riuscimento, quando ebbi loro mostrato gli effetti del mio Condensatore, e spiegata la ragione dei fenomeni: conseguentemente il Sig. Lavoisier ne ordinò un grande col piano di marmo bianco. I primi tentativi da me fatti con questo in compagnia del Sig. De la Place sull’evaporazione dell’acqua, e dell’etere non furono coronati dal successo; ma il tempo era cattivo, la stanza troppo picciola, e ingombrata di vapori, e l’apparato non troppo ben in ordine. All’incontro quelli che ripeterono l’istesso Sig. De la Place, e Sig. Lavoisier ad una campagna di quest’ultimo ebbero buon riuscimento. La qual cosa c’invogliò a ripetere e moltiplicar le sperienze; e il successo fu completo, avendo ottenuto segni chiarissimi di elettricità dall’evaporazione dell’acqua, dalla semplice combustione dei carboni, e dall’effervescenza delle limature di ferro nell’acido vitriolico diluto. Ciò avvenne il giorno 13 Aprile, e la maniera di far l’esperienza fu questa: si isolò in un’aperto giardino una gran lastra di metallo, alla quale era attaccato un lungo filo di ferro che veniva a terminare in contatto dello scudo o disco posato sul piano di marmo, e questo tenevasi continuamente asciutto, e caldo da alquanti carboni sottoposti.
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