Ottimamente, dirassi, se i gradi si corrispondessero sempre nel dato rapporto dall’uno all’altro elettrometro in tutta l’estensione della scala: ma qui sta il punto; e non pare, che la cosa debba essere così. Pure egli è di fatto, che una perfetta corrispondenza regna tra il primo e il secondo, e fino a un certo segno anche tra questi e il terzo, che è il quadrante elettrometro, voglio dire dentro certi limiti, cioè non sotto i 15 gradi per quest’ultimo, nè sopra i 35; al di qua e al di là dei quali termini abbisogna un tal elettrometro di certe correzioni. Lasciando per ora cotal istrumento, di cui unitamente a tante altre cose tratterò in certi Saggi di Elettrometria, a cui travaglio da qualche tempo, mi restringerò qui a provare l’esatta corrispondenza dei due micro-elettroscopj così ne’ primi come negli ultimi gradi della loro scala. Tra le infinite sperienze, che ho fatte a quest’oggetto, ne scelgo una delle più accurate, e che vale per molte, la quale porrà la cosa sott’occhio. Ho unito per mezzo d’un filo di ferro i cappelletti dei due elettrometri sicchè formassero un solo conduttore; indi vi ho infuso l’elettricità con una boccia di Leyden carica a segno di far vibrare 20 gr. l’elettrometro più sensibile, e corrispondentemente 4 l’altro men sensibile: lasciando allora decadere spontaneamente l’elettricità, quando il primo elettrometro fù venuto a 17 ½ osservai il secondo a 3 ½, e mano mano che scese quello a l5, 12 ½, 10, 7 ½, 5, venne anche questo a segnar giusto 3, 2 ½,2, 1 ½, 1.
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Saggi Elettrometria Leyden
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