Se mi domandaste quali sono le sperienze, con cui accertato mi sono di ciò, che ora quì avanzo, vi risponderei: quelle stesse, che valsero a provarmi l’andamento uniforme del mio elettrometro a paglie per tutto il resto della scala; voglio dire, tanto quelle di partire per metà giusta una data forza elettrica, quanto le altre tutte mie di duplicarla, triplicarla ec. a talento. Quando a cagion d’esempio pendendo le paglie parallelamente, scevre d’ogni elettricità, i loro assi distavano tre quarti di lin. cioè un grado e mezzo della scala, se una boccia di Leyden caricata con tre scintille dell’elettroforo le rimoveva tanto solo, che giugnessero i detti assi a due gr. cioè a compir giusto una linea di distanza; ognuno creduto avrebbe, che cotal forza elettrica dovesse estimarsi di un mezzo gr., poichè di tanto e non più s’eran mosse le paglie dal lor sito naturale; e che per conseguenza raddoppiando con tre altre scintille eguali la carica della boccia, dovesse poi questa promovere la divergenza delle paglie d’altrettanto, cioè dai due gr. ai due e mezzo. Ma trovai, che la cosa va altrimenti; perocchè questa doppia carica porta dette paglie (intendasi sempre i loro assi) a quattro gr.; e così poi una carica tripla, formata cioè da nove scintille, le porta a sei gr., una quadrupla formata da dodici scintille a otto gr. ec. Lo stesso avviene, dividendo per metà giusta (coll’uno, o coll’altro dei metodi sopra esposti) quell’elettricità, che fa indicare alla punta delle paglie ex. gr. quattro gr.; giacche cadono esattamente a due, che vuol dire ad un mezzo gr. solamente sopra il lor sito naturale.
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Leyden
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