Chi dicesse che l’atmosfera elettrica non giunge ad estendersi più in là di quei termini, cioè che i suoi confini sono appunto per l’elettricità di un mezzo grado ad un quarto di linea dal centro, cioè dall’asse di ciascun pendolino; per quella di un grado ad una mezza linea, per quella di due gradi ad una linea ec.; e che poi il peso de’ detti pendolini leggierissimi debba valutarsi zero, cedendo essi senza alcuna notabile resistenza, e prendendo a divergere, tosto che l’atmosfera elettrica pur coll’estremità sua gli arriva, non andrebbe forse lontano dal vero. Ciò potrebbe anche in qualche modo render ragione del divergere che fanno giusto giusto del doppio, del triplo, del quadruplo ec. per tutto il resto della scala, con applicarvi doppia, tripla, quadrupla forza elettrica. Ma lasciando da parte queste supposizioni, ed altre che potrebbero farsi, lasciando tuttociò che riguarda direttamente, o indirettamente la spiegazione, mi attengo per ora al semplice fatto, che è quello che m’importa di far conoscere.
Provata avendo in tutte le maniere possibili la perfetta eguaglianza de’ gradi, e l’andamento sempre uniforme dell’elettrometro a semplici paglie, o a cilindretti di legno senza pallottole, non sarà fuor di proposito di farne un confronto con quello a pendolini di fil metallico con pallottole. Dirò dunque, che provato avendo con queste, comunque piccole e leggieri, ho visto che la faccenda non cammina più bene; non avendo luogo con simili elettrometri la stessa regolarità. Infatti egli è ben lungi che un’elettricità doppia, tripla, quadrupla, faccia divergere tai pendolini nella medesima proporzione.
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