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      Or una tale elettricità, che dura un tempo notabile nell’aria circondante i pendolini, agisce sopra di essi, e li fa divergere in certo modo spontaneamente, senza cioè che loro s’infonda o si applichi alcuna esteriore elettricità; facendoli poi in contraccambio divergere d’altrettanto meno, ove si applichi loro un’elettricità della stessa specie; e d’altrettanto più, ove se ne applichi una contraria a quella dianzi imbevuta da tal aria rinchiusa nella boccia: dal che si vede quanto venga turbato il giuoco dell’elettrometro, e i suoi segni diventino equivoci. Dirò anche, che ha luogo un cotal poco simile inconveniente nelle boccette larghe solo due pollici, o poco più, qualora s’insista lungo tempo ad infondere ne’ pendolini un’elettricità discretamente forte, di 18, o più gradi; osservandosi come, dopo averla distrutta ne’ pendolini stessi, col toccare il cappelletto metallico a cui appartengono, continuano tuttavia per qualche minuto a tenersi di un grado, ed anco più divergenti. Egli è perciò, che scelgo più volentieri delle boccette larghe solo da venti in ventidue linee, le quali sono anche più comode da portarsi in tasca.
      Schivate queste imperfezioni procedenti dalle boccie troppo grandi, o troppo picciole, e ritenuto ciò che ho fatto osservare tanto relativamente alla mobilità de’ punti di sospensione, quanto alla grossezza, e peso delle paglie, ma soprattutto quello che riguarda la loro lunghezza, io non dubito punto, che tutti gli elettrometri di questo genere non abbiano a corrispondersi con sufficiente esattezza, a riuscire cioè unisoni, da chiunque, e in qualunque luogo vengano costrutti, a Ginevra, a Parigi, a Londra, a Berlino.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382

   





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