Stando così le cose, si tocchi con tale boccetta tal piatto mentre posa; e la carica di quella si comunicherà per metà a questo: sarà dunque in ambedue di un mezzo grado (supposto il marmo ben asciutto, sicchè nulla vi sia penetrato di quell’elettricità, nè punto siasene disperso). Ora si levi il piatto dal marmo: se la virtù di questo nostro condensatore trovisi tale, che innalzi i segni dell’elettricità a un grado 120 volte maggiore, che è il termine ordinario, come ho mostrato, se, dico, la condensazione è stata di 120 volte, cotal piatto metallico staccato dal piano di marmo dispiegherà dunque un’elettricità di 60 gradi. Se non che comunicandola all’elettrometro, diminuirassi ancora in ragione della capacità di questo, la quale capacità supposta ex. gr. un quinto di quella del piatto ridurrassi l’elettricità a soli 50 gradi.
Facciamo adesso la prova nell’altra maniera più semplice, e spiccia, lasciando cioè da parte stare il pian di marmo col suo piatto d’ottone, e facendo far l’officio del condensatore immediatamente al piattello adattato in cima dell’elettrometro, come ho indicato. Questo piattello, supponiamo che sia quattro volte più piccolo di quello dell’altro condensatore che fa da se; e così abbia, allorchè vi si tien sopra applicato colla mano il taffettà verniciato, una capacità quattro volte minore della stessa boccetta di Leyden, che ha servito all’esperienza precedente. Se questa avrà ora pure la stessa carica di 1 grado, venendo a toccare il piattello, ridurrassi tal carica in ambedue, com’è facile di calcolare, a quattro quinti di grado.
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Leyden
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