Io mi sono assicurato di ciò con tali, e tante prove, che non lasciano più luogo a verun dubbio o scrupolo.
Il quadrante-elettrometro così regolato non è nè troppo sensibile, nè troppo poco; giacchè un elettrometro a boccetta, come quello che ho descritto nella lettera precedente, il quale abbia cioè le due paglie nude, e assai sottili, lunghe 2 pollici, s’incontrerà a marcare a un dipresso 10 gradi per 1 di tal quadrante-elettrometro: il che riesce assai comodo; tanto più che alla piccola differenza, che vi possa essere, si rimedia facilmente col far le paglie un po’ più grandi, o un po’ più piccole, come ho ivi spiegato.
Ho detto che la forza dell’attrazione elettrica è molto più considerabile e costante che quella della ripulsione. Avete veduto infatti come la prima è potente alla distanza di 2 pollici nulla meno, e forse più della seconda ad una distanza molto minore, cioè nel contatto medesimo o presso il contatto, giacchè quella vince lo stesso peso di 12 grani, che vince questa. Or quanto non potrà crescere l’attrazione diminuendosi la distanza? Se è vero, com’è verissimo, e come l’ho già avanzato, che nel modo di fare l’esperienza, di cui quì si tratta, l’incremento di cotesta attrazione è in ragione duplicata del decremento della distanza, portato dunque il piattello ad 1 poll. solo di distanza dal piano comunicante col suolo, e ivi toccato dalla boccia carica come dianzi 35 gradi, leverà l’opposta lance della bilancia sopraccaricata di ben 48 grani, ossia 2 danari. Così portato alla metà ancora di questa distanza, cioè a 6 lin., leverà 8 danari, ec.
| |
|