Queste osservazioni, dico, aveano pienamente persuaso e convinto me, ed alcuni altri; ma forse non bastavano a convincer altri non pochi, che stanno per la ripulsione elettrica in un senso vero, e proprio. Ora però, che le indicate sperienze colla mia bilancia elettrica, e singolarmente quella del tempo notabile che passa dopo infusa l’elettricità avanti che il piattello mobile prenda a scostarsi dall’altro, e le spiegazioni che ne ho dato, fan toccare la cosa con mano, credo che tutti verran d’accordo meco su di tal punto, che è uno dei principali della teoria elettrica.
Ma troppo già con tante digressioni mi son dilungato dall’argomento propostomi in questa lettera, parlandovi di tutt’altro che del nuovo artifizio da me inventato onde trarre molto miglior partito dall’elettrometro atmosferico portatile, e trattenendomi parte sul modo con cui son riuscito a render comparabile il quadrante-elettrometro, e parte sopra altri risultati importanti, che mi hann’offerto le sperienze a ciò dirette, ed altre analoghe. Mi lusingo però, che voi, Signore, non mi saprete malgrado di tali aggiunte; massime di quelle, che riguardando la perfezione dell’elettrometro medesimo, tendono a promovere, in un colla scienza dell’Elettricità, la Meteorologia sì strettamente legata con essa. E forse che voi, meglio di me, non ne rilevate tutta l’importanza? Niun Fisico ignora, come a promovere, e perfezionare i varj rami di Scienza naturale, conviene per lo più cominciare dal ridurre a perfezione i relativi instrumenti.
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