E quantunque valesse molto a rendere sensibile cotesta debolissima elettricità atmosferica l’uso del mio condensatore, nel modo che descrivo nella citata memoria su tal soggetto17, e molto più valesse l’applicazione del medesimo apparato fatta in altra maniera coll’intervento di una boccetta di Leyden (ponendo cioè questa in contatto del filo conduttore, per ritrarne quella qualunque carica che poteva, e portandola quindi a toccare il piatto del condensatore ec.), maniera che immaginai poco dopo la pubblicazione di quello scritto, e di cui da indi in poi mi sono sempre servito; pur nondimeno con tutti questi ajuti succedeva non rade volte, che non si ottenessero segni, o sommamente deboli ed equivoci si ottenessero, in specie quando il tempo era piovoso senza temporale, o nebbioso, cosicchè l’umidità facesse perdere al conduttore presso a poco ogni isolamento. Che tale fosse la cagione della mancanza dei segni, lo manifestavano i cervi-volanti, i quali in occasione di pioggia, e massime di folta nebbia, ne facean anzi comparire un elettricità più forte dell’ordinario (nel primo caso per lo più negativa, nel secondo sempre positiva); e lo stesso pure ne mostrava un semplice conduttore, di cui si venisse a ben custodire l’isolamento, mandando ex. gr. fuori della finestra di una stanza sopra un luogo aperto una lunga pertica, o canna con attaccato da cima a fondo un filo di ferro, portata tal pertica da un piede isolante, il qual piede rimanesse al coperto nella stanza medesima, ed occorrendo si asciugasse con fuoco.
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Leyden
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