Ecco come dopo varj tentativi ho finalmente adottato il zolfanello, e mi attengo ad esso, siccome al meno imbarazzante di tutti; facile altronde essendo di portarne una provisione in tasca unitamente al battifuoco.
Potrebbe nascere in capo a qualcuno un dubbio, che la fiamma per se stessa, come pure il fumo, producessero quell’elettricità, che si rimarca nell’elettrometro. A prima vista il dubbio non sembrerebbe senza fondamento, dopo d’avere io stesso scoperto e dimostrato, che ogni evaporazione, e particolarmente la combustione de’ carboni, producono effettivamente un’elettricità sensibile nell’apparecchio isolato, che serve di sostegno. Ma di grazia quale specie di elettricità producono l’evaporazione de’ fluidi, lo sviluppo delle arie fattizie, e la combustione de’ carboni, secondo le mie esperienze ripetute più e più volte? L’ho detto, e lo replico, tanto più sicuro del mio fatto, quanto che da altri Fisici di prima sfera (Saussure, Cavallo) è stato confermato: un’elettricità costantemente negativa. Dovrebbe dunque essere del pari negativa nell’elettrometro atmosferico adoprato alla mia maniera, se fosse veramente generata dalla fiamma che arde in cima all’asta, o dai vapori eruttati dal seno della fiamma medesima. Eppure son molto più frequenti i casi in cui quest’elettroscopio dà segni di elettricità positiva: e non ne dà assolutamente di negativa, con tutto la fiamma che brilla sulla sua cima, se non quando regna diffatto questa specie di elettricità nell’atmosfera; come ne assicurano le altre sperienze fatte al tempo stesso cogli elettroscopj semplici, voglio dire non provveduti di fiamma.
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