Or egli è pur chiaro, che tali segni non mancherebbero di ricomparire, quando l’elettricità venisse realmente dall’aria infusa all’asta metallica. Abbiamo infatti veduto, che ricompajono incessantemente nel caso che una fiammella in cima di essa asta promova cotal trasmissione dell’elettricità.
Dopo tutto ciò è facile d’intendere, che il dito o qualunque altro corpo che tocchi il conduttore dell’elettrometro atmosferico allorchè questo è senza fiamma, non può ricevere che una sol volta pochissima dose di fluido elettrico; cioè a dire quel poco che si ritira dalla parte superiore della verga metallica immersa nello stato d’aria elettrizzata debolmente in più: quantità, che è troppo al di sotto di quella che si ricerca per caricare anche debolissimamente una boccia di Leyden; la quale, per piccola che sia, è sempre d’una capacità considerabilmente più grande di un tal conduttore; come ho dimostrato in una Memoria sulla capacità de’ conduttori19 pubblicata anni sono nel giornale di Rozier.
Non è così dell’elettrometro guarnito del zolfanello acceso, o di qualunque altra fiamma in cima della verga metallica: giacchè siccome coll’interposizione di essa fiamma succhia realmente l’elettricità dell’aria, e ne riprende a misura che ne lo spogliano i toccamenti, come ho di sopra fatto vedere; così ne avverrà, che ove gli si faccia toccare l’uncino d’una boccia di Leyden, questa scaricando successivamente il conduttore, nel quale è deposta, e s’infonde di continuo l’elettricità dell’aria, si carichi ella medesima al punto di lasciar prendere ai pendolini la medesima divergenza che avevano dianzi: cioè a dire, che se i pendolini prima che si toccasse il conduttore erano aperti p. e. di 2 o 3 linee, ossia marcavano 4 o 6 gradi, essi caderanno al primo toccar che si faccia il conduttore colla boccia di Leyden, ma poco a poco la loro divergenza si ristabilirà a misura che questa stessa boccia verrà caricandosi, finchè l’intensità di una tal carica sia portata al grado medesimo di 2 o 3 linee d’apertura de’ suddetti pendolini dell’elettrometro.
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