Non vi vuol molto a comprendere questa specie di prodigio dopo quello che ho detto della seconda virtù della fiamma nella seconda lettera, e della capacità del condensatore nella lettera prima. Suppongasi dunque che l’elettricità dell’aria non sia che un 100mo di quella, che potrebbe dar segno di 1 grado all’elettrometro a paglie il più sensibile, armato del suo conduttore, ma senza fiamma. In tal supposizione comincio a far riflettere che, aggiugnendosi la fiamma, quel 100mo di grado crescerà a più di due 100mi, poichè tale elettricità non sarà di semplice pressione, ma verrà istillata realmente nel conduttore, e vi si rifonderà a misura che esso ne sia spogliato: per il che una boccetta di Leyden, che gli si faccia toccare andrà poco a poco caricandosi anch’essa fino a due o tre 100mi di grado; diamo per istare bassi, a 2 solamente. Finquì ci manca ancor molto, perchè siano i segni sensibili; e a nulla certo varrà il toccare coll’uncino di questa boccetta sì povera di carica il cappelletto del più sensibile elettrometro (fosse anche quello del Sig. Bennet a listerelle di foglia d’oro, di cui si è reso conto a principio della lettera precedente). Ma si tocchi invece il piatto metallico di un condensatore ben in ordine; esso per quella straordinaria capacità di cui gode mentre sta applicato al piano di marmo, od altro semi-coibente, raccorrà nel suo seno buona parte della carica della boccia: la metà circa, se la superficie di lui combaciante detto piano sia presso a poco eguale alla superficie armata della boccia di Leyden, come già ho indicato nella lettera prima.
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Leyden Sig Leyden
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