Quante volte infatti non ho io ottenuto de’ segni non equivoci ed anche forti di elettricità per mezzo del condensatore, non solamente sperimentando coll’elettrometro atmosferico portatile, di cui ora si tratta, ma sibbene con un gran conduttore fisso, eretto alla foggia de’ Frankliniani sulla sommità d’un edificio; quante volte, dico, non ho io ottenuto de’ segni distintissimi applicando all’uno o all’altro di tali apparati il condensatore, in tempo che lasciando di valermi di questo prezioso strumento non ottenea nè dall’uno nè dall’altro il minimo che, non mi era cioè possibile di scoprire alcun indizio di elettricità atmosferica?
Quanto all’elettrometro portatile, basti di dire che ne ottengo segni stando ad una finestra, che guarda una piazza od un giardino, e fuora portando da essa l’istrumento provveduto della sua verga metallica e della fiamma, quanto può estendersi comodamente il braccio. In questo modo non solamente in occasione di temporale che non è maraviglia, ma talora anche a Ciel sereno, e più sovente cadendo pioggia, e immancabilmente ove domini una folta e bassa nebbia, mi riesce d’aver de’ segni, malgrado la vicinanza del muro e del tetto, che tanto rubano dell’elettricità dell’aria, e di averli anche senza il condensatore; il più delle volte però, sendo il Ciel sereno, o coperto senza temporale, ho bisogno dell’ajuto di questo strumento.
Riguardo alla combinazione sopraccennata del condensatore coi noti conduttori Frankliniani, permettetemi Signore, ch’io vi trattenga alcun poco anche intorno a questo.
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